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Accade spesso che i fornitori di beni o servizi richiedano agli utenti finali la domiciliazione dei pagamenti ricorrenti su carte di credito. Tuttavia in pochi sanno che qualora il pagamento venga correttamente disposto in virtù di un rapporto di credito e in seguito manchino le risorse a copertura di detto importo è possibile subire una segnalazione presso la CAI – Centrale d’Allarme Interbancaria istituita presso la Banca d’Italia.

La Banca d’Italia definisce la CAI quale sistema sanzionatorio, alternativo a quello penale, che basa la propria efficacia i) sulla disponibilità presso tutti gli intermediari delle informazioni sul soggetto che ha utilizzato in modo illecito assegni bancari e postali nonché carte di pagamento e ii) sull’applicazione di misure di carattere interdittivo nei confronti degli autori di tali comportamenti.

La CAI costituisce un servizio di interesse economico generale finalizzato ad assicurare il regolare funzionamento del sistema dei pagamenti a livello nazionale ed evitare che un soggetto, prima di un eventuale intervento da parte della magistratura, possa disporre sistematicamente pagamenti senza averne la relativa provvista. Si fa presente, tra l’altro, che la segnalazione ha una durata di due anni con decorrenza dall’inserimento: in tale lasso di tempo i soggetti con i quali vengono intrattenuti rapporti finanziari, quali ad esempio carte di credito, leasing e finanziamenti, possono discrezionalmente revocare le condizioni precedentemente accordate e chiedere la restituzione delle tessere di pagamento, con diffida al relativo utilizzo, ovvero il rientro immediato delle somme precedentemente erogate.

Tuttavia non sono rari i casi di segnalazione illegittima da parte degli Istituti bancari. In tali ipotesi è possibile ricorrere  all’Autorità Giudiziaria tramite l’assistenza di un Avvocato al fine di ottenere un provvedimento che ordini all’Istituto la cancellazione dai registri tenuti presso la Banca d’Italia. Nel caso in cui si ritenga di aver subito illecitamente una segnalazione presso la Centrale d’Allarme Interbancaria sarà necessario attivarsi prontamente onde risolvere nel minor tempo possibile la spiacevole situazione ed evitare la cristallizzazione del provvedimento sanzionatorio. Lo Studio Legale Pasi ha curato e ottenuto provvedimenti favorevoli in tal senso in questa materia speciale e si rende disponibile a valutare eventuali nuove pratiche.

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La normativa nel settore bancario è da sempre molto attenta agli interessi dei correntisti e, quando possibile, cerca di limitare al minimo i pregiudizi nei loro confronti.

Una di queste tutele specifiche disciplina il caso non poco frequente delle cosiddette truffe agli sportelli bancomat – ATM, evento sconosciuto dai clienti degli Istituti bancari fino a quando si trovano in prima persona ad esserne vittime.

La truffa in questione, in particolare, viene solitamente commessa durante l’operazione di prelevamento di somme di denaro presso gli sportelli bancomat: dopo la digitazione del codice PIN l’utente viene abilmente distratto e gli viene sottratta la carta bancomat, facendo credere che la stessa sia stata ripresa indietro dal terminale o sostituendola con una falsa, dopodiché vengono eseguite molteplici operazioni non autorizzate a danno del titolare della tessera. La banca Barclays da diversi anni ha posto particolare attenzione a questo fenomeno, dilagato anche nel Regno Unito, al punto da ritenere opportuno pubblicare sulla piattaforma YouTube un video sulle modalità in cui si perpetra questo reato, visionabile a questo link.

Non tutti sanno che gli Istituti bancari, nel caso in cui non venga provato che il cliente della Banca abbia agevolato con volontarietà o colpa grave il furto del codice PIN della propria tessera bancomat, sono tenuti a rimborsare gli importi illecitamente sottratti, fatta salva una minima franchigia a carico del cliente prevista dalla Legge.

Nonostante l’ordinario diniego al risarcimento da parte dell’Istituto bancario sarà quindi possibile recuperare le somme di denaro indebitamente sottratte oltre la soglia della franchigia.

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